Primarie: “Libertà è partecipazione”
di Alfio Capizzi TW @alfiocapizzi
Le ultime settimane politiche sono trascorse in maniera spasmodica e convulsa, incentrate da una parte sullo svolgimento delle primarie del centrosinistra e dall’altra sulla disgregazione dell’attuale centrodestra.
Intendiamoci, non si vuole in questa sede spezzare una lancia a favore delle Primarie, nè sparare sulla Croce Rossa, dal momento che lo sfaldamento della compagine del centrodestra che attualmente siede in Parlamento era stato in larga parte anticipato dagli eventi che 12 mesi addietro portarono alla caduta di Berlusconi e all’insediamento del Governo tecnico.
Vorrei però focalizzarmi su un paio di istanze che meritano quantomeno una puntualizzazione: in primo luogo il modello di svolgimento delle primarie del centrosinistra si è rivelato vincente. In questo senso bisogna rendere il merito a Bersani che le primarie non solo le ha fortemente volute, ma le ha anche pretese di coalizione. Certamente non sfugge come questo aspetto rientrasse in una logica strategica volta a contenere il dirompente effetto Renzi, pure ne ha rappresentato una sorta di linea maginot istituzionale ed eticamente corretta. Infatti per combattere l’appeal renziano sul popolo dei delusi del centro destra, e per fronteggiare e sconfiggere il piano di battaglia dei sabotatori scientificamente arruolati dalle file del centro destra, era necessaria una formula di coalizione che prevedesse nelle regole d’ingaggio anche la possibilità del fuoco incrociato dell’estrema sinistra e del fuoco amico dei riformisti, che solo l’ambivalente Vendola poteva garantire.
In seconda battuta vorrei rilevare come l’evento primarie, ed il modello attuato, abbiano rappresentato una grande prova di democrazia. Credo che questa sia stata anche una dimostrazione di come, vista l’ampia partecipazione, l’anti politica possa essere sconfitta dalla buona politica. Parliamoci chiaro, anzi i numeri parlano chiaro: più di due milioni di persone che la domenica vanno a votare, talora anche dopo estenuanti attese, costituiscono il vero valore aggiunto di queste primarie e della linea politica del segretario Bersani. Non si possono paragonare questi numeri, stante la crisi congiunturale e lo stato sociale di oggi, con i numeri delle precedenti primarie, e chi ne argomenta in questo senso mente sapendo di mentire. Piuttosto le agenzie e gli istituti demoscopici che avevano pronosticato come sopra i 4 milioni di voti Renzi avrebbe vinto, hanno dimostrato ancora una volta la discrepanza tra sondaggi demoscopici e risultati elettorali; o forse hanno dimostrato come le previsioni demoscopiche possano scattare una fotografia poco nitida perchè alterata dallo sfocamento che l’immagine stessa della politica ha provocato sul paese intero: ecco perchè come le foto in movimento, anche le intenzioni di voto possono essere pilotate ma mai dare un fermo immagine reale o un’istantanea a risoluzione “retina”.
Dal punto di vista dei moderati, credo che le primarie per la premiership possano rappresentare un elemento di distrazione di massa, dal momento che troppi leader e personaggi in cerca d’autore, in maniera del tutto autoreferenziale, sono alla caccia di una consacrazione ed una leadership per una squadra che manca ancora di un progetto unitario. Solo l’Unione di Centro ha aperto un Cantiere, da anni ormai, e ha concentrato le proprie energie non già sulla ricerca di una leadership fine a se stessa, piuttosto su un progetto basato sulla declinazione di tutto ciò che richiede il governo del cambiamento.
Alfio Capizzi
Coordinatore UDC
Città di Padova
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