Contaminazioni, vintage e modernità nei costumi di Anna Karenina
di Antonietta Bonanno
All’ultima cerimonia degli Oscar la costumista britannica Jacqueline Durran ha vinto la preziosa statuetta per i costumi di “Anna Karenina”. La Durran già aveva sfiorato il prestigioso riconoscimento, figurando per ben due volte nella rosa dei nominati, per il suo lavoro in altrettanti film del regista Joe Wright con Keira Knightley.
Il sodalizio fra la talentuosa costumista, il cineasta e la sua attrice-musa sembra aver raggiunto con “Anna Karenina” il massimo grado di perfezione. Gli abiti che la Knightley indossa nel film sono infatti capolavori che conquistano non solo l’occhio attento degli amanti del vintage, ma anche il grande pubblico. La chiave di questo successo è l’approccio della costumista che, per espresso volere di Wright, ha evitato di ricostruire pedissequamente gli abiti della Russia aristocratica di fine ‘800, reinterpretando in chiave moderna la silhouette tipica di quel periodo.
Edulcorati da tutti i dettagli superflui, i 16 vestiti indossati nel film si sono ispirati alla moda degli anni ’50 del ‘900, in particolare ai bozzetti di Dior e Balenciaga. In alcuni casi la Durran ha addirittura scelto di utilizzare pezzi originali vintage, come la fascia degli anni ’50 che Anna indossa insieme all’abito rosso che campeggia nella locandina del film. Altra scelta peculiare è l’uso di gioielli Chanel, che potrebbe sembrare anacronistico su una figura ottocentesca, ma che invece si inserisce perfettamente nell’operazione di reinterpretazione effettuata dalla Durran.
La tendenza all’attualizzazione dei costumi, all’uso creativo di pezzi vintage e moderni, al fine di proporre look personalissimi e senza tempo era d’altronde già iniziata con Marie Antoniette di Sofia Coppola. I costumi, in quel caso erano della nostra Milena Canonero; indimenticabile la scena del film in cui, tra le varie scarpe comprate da Maria Antonietta, compare anche un paio di “Converse Chuck Taylor All-Stars” color malva.
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