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Alzheimer, nasce la prima scuola di formazione per badanti e collaboratori domestici

Alzheimer, nasce la prima scuola di formazione per badanti e collaboratori domestici

È stata presentata oggi, nell’ambito del convegno “Invecchiamento tra fragilità e solidarietà” – che si è tenuto presso la Direzione generale I.N.P.S. A Roma – la prima scuola di formazione che prepara badanti e collaboratori domestici su Alzheimer e demenza senile. Il progetto è stato realizzato dalle Acli in collaborazione con la fondazione Giano Onlus.
Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore capitolino alle Politiche sociali, Rita Cutini, il presidente delle ACLI di Roma, Cecilia Cecconi, e il segretario generale dell’associazione Giano Onlus, Maria Basile.
La scuola darà la possibilità, alle 16 persone che verranno selezionate tra quelle che ne faranno richiesta, di affrontare un corso di 300 ore riconosciuto con attestato dalla Regione Lazio, con un tirocinio presso alcune strutture ospedaliere specializzate del Lazio.
L’iniziativa delle Acli è rivolta, oltre che a badanti e collaboratori domestici, anche a coloro che vogliono o devono sostenere un familiare che soffre di questa diffusissima patologia.
L’assessore Rita Cutini, nel suo intervento, ha sottolineato l’impegno dell’Amministrazione capitolina e del sindaco Ignazio Marino nel realizzare una “città a misura di anziano”.
“Le società devono ripensarsi, ed in fretta, attorno al fatto che una porzione sempre più rilevante della popolazione diventa anziana”, infatti secondo stime Istat, nel Lazio vivono 1.123.000 anziani oltre i 65 anni, quasi il 20% della popolazione. Il 57% di questi vive a Roma (592mila) e nel 2050 un romano su tre sarà anziano.

Per questo, l’Assessorato al Sostegno sociale e sussidiarietà ha indicato proprio l’attenzione agli anziani come tema prioritario e sta già attuando politiche di contrasto alle problematiche tipiche dei soggetti più fragili. Il vero nemico degli anziani è l’isolamento e il ruolo delle assistenti familiari diventa essenziale anche dal punto di vista del sostegno relazionale.
“La presenza delle badanti nelle case degli anziani ha permesso di tessere legami nuovi anche per chi, come gli immigrati, ha dovuto rinunciare alla propria sfera familiare ritrovando, in molti casi, una seconda famiglia”, ha evidenziato l’Assessore.
Occorre dunque invertire la rotta e pensare a una città a misura di anziano, a partire dal modo in cui si progettano strade, case, quartieri. Questo significa muoversi verso un’organizzazione sociale, umana e urbana attorno ai propri cittadini che invecchiano come, ad esempio, affrontare i problemi della mobilità cittadina, in quanto le persone anziane segnalano in particolare la difficoltà di muoversi, spostarsi, raggiungere i servizi, i negozi, perfino gli asili e le scuole elementari.
“Roma è una delle più importanti capitali europee e come tale deve essere all’altezza dell’Europa – ha dichiarato ancora l’Assessore – e per farlo è necessario innanzitutto abbandonare la logica emergenziale per avviare azioni di sistema: occorre quindi costruire alleanze, sinergie, politiche sociali degne di questo nome. Ma non dobbiamo solo accontentarci di raggiungere gli standard europei. Su alcuni servizi dobbiamo piuttosto raggiungere l’eccellenza. Penso, ad esempio, all’assistenza domiciliare. Un servizio che va potenziato e che per giunta rappresenta una necessità dal punto di vista del budget”.
L’iniziativa promuove il lavoro attraverso una formazione qualificata su un tema socialmente difficile, e si inserisce anche nel percorso di sostegno alla famiglia, attraverso progetti che danno sostegno a una realtà difficile come quella dell’Alzheimer. La presenza delle badanti, più qualificate grazie a questo progetto, può evitare l’ospedalizzazione e rappresenta un esempio concreto e possibile di integrazione.

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