Oceani più acidi a causa della Co2, barriera corallina a rischio dissoluzione
Il livello attuale di acidità degli oceani è il più alto registrato negli ultimi 300 anni a causa delle emissioni di anidride carbonica provocate dai combustibili fossili. Una situazione che mette in serio rischio la sopravvivenza della fauna marina. A lanciare il grido d’allarme un audit internazionale di ricercatori, scienziati del clima ed oceanografi, nel rapporto IPSO sullo stato delle superfici oceaniche.
Secondo gli scienziati l’attuale livello di acidificazione non ha precedenti con la storia conosciuta della Terra: ”Stiamo entrando nel territorio sconosciuto del cambiamento dell’ecosistema marino, ha detto Alex Rogers, professore di biologia all’Università di Oxford, gli organismi sono ormai esposti ad una pressione evolutiva intollerabile che potrebbe aver già portato molte specie sull’orlo dell’estinzione”.
Tra le aree più a rischio, dove i danni dell’acidificazione sono più evidenti, la barriera corallina dove si è riscontrata una progressiva dissoluzione del carbonato di calcio che forma la struttura portante dei coralli e quindi della barriera. Corali che, proprio per effetto dell’acidificazione, stanno anche progressivamente perdendo il loro caratteristico colore rossastro.
Secondo gli scienziati poi, questo deterioramento arriva dopo decenni di inquinamento e quindi anche se si riuscisse a ridurre significativamente il livello delle attuali emissioni di Co2, il degrado del corallo e quindi anche degli Oceani continuerebbe per molti anni ancora. All’acidificazione poi, secondo il rapporto, si deve aggiungere anche lil fenomeno della riduzione dei livelli d’ossigeno presenti nell’acqua marina che diminuirà, nei prossimi 90 anni, del 7% mettendo a forte rischio la salute dei pesci e dei mammiferi presenti nei mari profondi.
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