Lampedusa, accuse sui soccorsi Boldrini “la repressione è inutile”
Polemiche e scambi di accuse dopo il tragico naufragio al largo di Lampedusa. “La gente bolliva in acqua ma questi pensavano a fare fotografie e video.
Dovevano pensare a tirare su persone. Noi li facevamo salire quattro alla volta. Solo questo ci interessava e quando la mia barca era piena di migranti e chiedevamo ai finanzieri e alla guardia costiera di prenderli a bordo, dicevano che non era possibile e che dovevano rispettare il protocollo”, e’ la dura accusa di Vito Fiorino, proprietario di uno dei motopesca che per primo e’ andato a soccorrere i naufraghi di Lampedusa.
Boldrini a Lampedusa “repressione non risolvera’ il problema”
“Erano le 6.30 6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia costiera, e questi sono arrivati alle 7.30”, afferma ancora Fiorino, che racconta: “Noi ne avevamo presi a bordo 47, alla volta, loro erano troppo lenti. Si poteva fare di piu’ e piu’ rapidamente. Ora vogliono denunciarmi? Sequestrarmi la barca perche abbiamo salvato delle persone? Vengano pure, non vedo l’ora”, conclude Fiorino.
MIGRANTI “IGNORATI DAI PESCHERECCI”
Ma c’e’ chi torna ad accusare anche gli equipaggi di alcuni pescherecci che avrebbero ignorato il barcone carico di migranti. Il racconto di alcuni naufraghi “ha confermato che all’alba dei pescherecci avrebbero fatto il giro attorno al loro barcone senza fermarsi”, riferisce il deputato Sel Erasmo Palazzotto in visita al Cpa di Lampedusa insieme alla presidente della Camera Laura Boldrini. “Ci hanno detto che i primi a soccorrerli sono state alcune barche e alcuni diportisti”, ha aggiunto.
GUARDIA COSTIERA, SOCCORSI IMMEDIATI
“Dopo aver ricevuto la segnalazione di allarme via radio uhf alle 7, siamo immediatamente intervenuti con le nostre unita’ navali arrivate sul posto del naufragio prima delle 7,20: grazie anche alla cooperazione di soggetti privati, abbiamo salvato tutti quelli che erano sparsi in acqua e strappato al mare 155 vite”. La Guardia costiera si affida ai numeri per respingere le accuse di chi ha parlato di ritardi o parziali “omissioni” dei soccorsi: “dal primo gennaio a oggi sono stati oltre 28mila i migranti tratti in salvo, 8mila dei quali solo a settembre: tra questi ultimi 1.400 bambini”. A innescare le polemiche, i racconti di alcuni dei soccorritori, secondo i quali si sarebbero potute salvare piu’ persone se la Guardia costiera, raccolto l’allarme, non avesse aspettato da Roma un non meglio precisato “protocollo”. Il punto resta da chiarire, anche se la definizione sarebbe sbagliata, comunque troppo enfatizzata, e sarebbe piuttosto il caso di parlare di procedure di soccorso in mare, le stesse adottate in tutti i casi come questo. Quel che appare certo – come confermato anche dalla ricostruzione fornita ieri dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, alla Camera – e’ che l’avaria al barcone e’ da collocare tra le 4 e le 5 del mattino e i primi soccorsi dei diportisti intorno alle 7, non alle 6 o alle 6,30, come da alcune testimonianze riprese da media: una differenza, evidentemente, non da poco. La Guardia costiera – precisano ancora dal Comando generale – opera “con motovedette, elicotteri e aerei insieme con gli altri soggetti, Marina militare e Guardia di finanza, che cooperano al soccorso in mare: sono 37mila le miglia percorse dalle nostre motovedette in tutte le zone interessate dagli sbarchi”.
PROCURA, PER NOI NESSUN RITARDO NEI SOCCORSI
“Non indaghiamo su presunti ritardi nei soccorsi. Non abbiamo riscontri in merito”. Lo afferma il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo. In riferimento a una esposto alla Procura militare di Napoli su tali ritardi, annunciato secondo notizie di stampa da un generale dell’aeronautica in congedo, il magistrato si limita a dire: “Non ne so nulla e non ci compete”. I
SUPERSTITI INCRIMINATI IN BASE A BOSSI-FINI
Come tutti i profughi che arrivano senza permesso, anche i 155 superstiti del naufragio al largo di Lampedusa sono stati identificati e incriminati per immigrazione clandestina, conferma il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo: “E’ un atto dovuto, conseguenza della Bossi-Fini voluta da una certa parte politica”, afferma il magistrato, che sottolinea: “E’ un fatto obbligato, per cui questi naufraghi, come tutti i migranti che entrano con queste modalita’ nel territorio italiano, sono denunciati per immigrazione clandestina”.
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