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‘Amnistia e indulto, Berlusconi è escluso’

‘Amnistia e indulto, Berlusconi è escluso’

Penso proprio di no”. Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri intervistata da Giovanni Minoli a Mix24, su Radio24, rispondendo alla domanda se una sua eventuale proposta di amnistia e indulto riguarderà anche Silvio Berlusconi. Il ministro ha anche assicurato di non aver avuto “nessuna pressione dal Quirinale”.
A poco più di 48 ore dal messaggio di Napolitano alle Camere sull’emergenza carceri si scatena in Parlamento la corsa a concretizzare al più presto l’appello del Capo dello Stato. E si alza il livello dello scontro all’interno della maggioranza con il Pd che si mostra cauto all’idea di un provvedimento di clemenza non accompagnato da riforme più sostanziali contro il sovraffollamento carcerario. Entra in campo anche il governo dopo un lungo incontro tra Giorgio Napolitano ed Enrico Letta. Il presidente della Repubblica ed il presidente del Consiglio hanno fatto il punto sui temi affrontati nel messaggio del Colle alle Camere e sulle questioni dell’immigrazione, valutando come il governo possa intervenire su tali argomenti. Intanto, mentre la commissione Giustizia della Camera presieduta da Donatella Ferranti (Pd) fissa un’audizione del ministro Cancellieri per fare il punto anche sulle leggi da rivedere in senso “pro-carceri”, quella del Senato guidata da Francesco Nitto Palma approva in nottata il ddl sulla messa alla prova (giacente da mesi nei cassetti) con tanto di delega al governo a depenalizzare alcuni reati tra cui quello di immigrazione clandestina. E mette in calendario, per martedì 15 ottobre, l’esame dei ddl presentati su amnistia e indulto. Per ora, quelli che fanno più discutere sono quello di Gal, messo a punto dal Lucio Barani che non solo parla di amnistia per reati con pene fino a 6 anni applicabile anche ai recidivi, ma di un indulto a 5 anni, alzato a 8 per condannati per reati “relativi ad associazioni o organizzazioni criminali, terroristiche o eversive che decidano di collaborare con la giustizia”. Ci sono anche i ddl di Luigi Manconi (Pd) e di Luigi Compagna (Gal). In questi c’è una norma che, secondo alcuni, potrebbe servire a cancellare la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici comminata al Cav con la condanna Mediaset. Ma Manconi smentisce. In un altro articolo del testo, ribatte, si esclude che possa beneficiare del nuovo indulto chi ha già usufruito del vecchio, quindi per l’ex premier non vale. Nel Pdl, però, si spiega che i ddl sono solo basi di partenza per un confronto. E che ogni norma può essere usata a sè per il testo base ancora da scrivere. Un testo nel quale non è detto che ci sia l’esclusione dei “pluri-indultati”. Tecnicalità a parte, infuria la polemica politica. Il M5S va al Quirinale per illustrare un piano “salva-carceri” alternativo per evitare indulto e amnistia. A ricevere gli esponenti dei 5 stelle è il segretario generale Donato Marra che (a differenza di quanto quanto dalla grillina Francesca Businarolo) spiega loro come la reazione del Capo dello Stato da Cracovia non fosse diretta a chi criticava quanto a chi “aveva distorto il suo pensiero”. Un provvedimento di clemenza ora, si ribadisce anche in ambienti parlamentari, accompagnato da altre riforme fondamentali sarebbe necessario anche per evitare che l’Italia venga messa all’indice dalla Ue per l’emergenza carceri. Ma mai dal Quirinale si e’ parlato di ‘extrema ratio’, bensi’ di misure da adottare insieme per rispettare la dignita’ dei detenuti e non incorrere nell’umiliazione di nuove conseguenze negative legate alle decisioni della Corte europea per i diritti dell’uomo ( che ha posto una scadenza al maggio 2014). La Lega, Maroni in prima fila, annuncia barricate non solo contro gli atti di clemenza, ma contro chi voglia cancellare sul serio il reato di clandestinità. E c’è chi in Sel ricordi come dal 2006 (data ultimo indulto) non sia stato fatto nulla per le carceri. Tornare ora alla carica con questo, si osserva, suona troppo di “concessione a Berlusconi”. Cauto il Pd: “Amnistia e indulto – spiega il responsabile Giustizia Danilo Leva – sono da considerare solo come approdo di una riforma del sistema delle pene”. Il vero problema sarebbe riformare leggi “riempi-carceri” come l’ex Cirielli, la Fini-Giovanardi e la Bossi-Fini. “Condivido la prudenza del Pd”, commenta Renzi, “perche’ non credo si debba partire da amnistia e indulto” che hanno “senso, eventualmente, alla fine di un percorso di riforma”. No a “bomba libera tutti”. Napolitano, comunque, “ha fatto un messaggio di grande valore gli attacchi sguaiati nei suoi confronti sono inaccettabili”. Servono nuove carceri e un diverso sistema di gestione penitenziaria, sottolinea il segretario Idv, Ignazio Messina. ”Mentre si parla di indulto e amnistia – tuona il segretario del Sappe, Giovanni Battista Durante – mancano i mezzi per portare i detenuti in udienza…”.

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