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Staminali – Neurologo: pazienti Stamina migliorano

Staminali – Neurologo: pazienti Stamina migliorano

Nessun effetto collaterale e miglioramenti progressivi. Sono i due elementi principali che emergono, rispetto allo stato di salute dei pazienti degli Spedali civili di Brescia in trattamento col metodo stamina per malattie rare, dalla relazione preliminare redatta dal neurologo indipendente Massimo Sher. Il medico ha presentato la propria relazione nel corso della conferenza stampa convocata da Davide Vannoni proprio per presentare i primi risultati concreti, sebbene non scientificamente validati, ottenuti sui 36 pazienti trattati finora col metodo da lui ideato. Nella relazione, viene chiarito che “in alcuni casi viene esplicitata la connessione temporale e causale con l’effettuazione della terapia in oggetto; in altri casi, pur constatando la presenza di miglioramenti, tale connessione non viene esplicitata”. Dopo aver elencato le diverse patologie da cui sono affetti i 36 pazienti, Sher ha illustrato i miglioramenti piu’ evidenti.
Nei pazienti con Sla (sclerosi laterale amiotrofica), ad esempio, gia’ dopo la prima infusione sono migliorate l’incontinenza e la capacita’ respiratoria, e’ comparso il riflesso della tosse ed e’ stata recuperata, almeno in parte, la capacita’ di parlare e mangiare. Nei malati di parkinsonn il dato piu’ evidente e’ stata la riduzione delle cadute. Nei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile, e’ migliorata la deglutazione e la capacita’ di camminare, sono comparsi i movimenti volontari e la lacrimazione. Dal punto di vista medico legale e neurologico, conclude il neurologo indipendente, e’ emerso dunque che “la terapia non ha prodotto effetti collaterali negativi, ne’ indesiderati o avversi; nella maggior parte dei casi viene riferito un piu’ o meno significativo miglioramento, sia a livello clinico organicon sia a libello psicolo-relazionale, e nella maggior parte dei casi si assiste a un incremento ponderale e a un miglior rapporto psicologico con l’ambiente circostante; in seguito alla terapia, i medici curanti hanno potuto ridurre e talora sospendere le eventuali terapie antibiotiche, anticomiziali,sedative, antalgiche o antiflogistiche”.

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