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La storia della candidature italiane alle olimpiadi invernali.

La storia della candidature italiane alle olimpiadi invernali.

Mancano poco più di 48 ore e poi si accenderanno finalmente i riflettori sui Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014. Dopo le tante polemiche su questi giochi si darà spazio allo sport vero e proprio e inizierà l’avventura russa dei cinque cerchi. La Russia ospita per la prima volta i giochi invernali, mentre nel 1980, in piena guerra fredda, Mosca ospitò le XXII Olimpiadi Estive. La prima edizione delle Olimpiadi invernali si svolse in Francia nel 1924 a Chamonix-Mont Blanc, in Alta Savoia. Anche l’Italia ha una lunga storia con le Olimpiadi Invernali. La prima candidatura italiana risale alla fine degli anni ’30, quando si propose per ospitare i giochi Cortina d’Ampezzo, la località di sport invernali del bellunese, che già allora vantava prestigio nel panorama della nascente industria turistica invernale, soprattutto perchè, allora, frequentata da molti gerarchi fascisti. Cortina, dopo essere stata tristemente in prima linea nella prima guerra mondiale, riprendeva la sua crescita e nel 1933 nasceva la prima scuola di sci riconosciuta dalla FISI (Federazione Sport Invernali). Fu anche grazie alla spinta del conte Alberto Bonacossa, personaggio di spicco nell’ambito sportivo dell’epoca, che spinse più volte l’Amministrazione comunale di Cortina ha candidarsi per l’evento. Era il 9 giugno 1939, l’alba della seconda guerra mondiale,che a Londra al 38° congresso del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), Cortina batteva la concorrenza della norvegese Oslo e della canadese Montreal, vedendosi così assegnare i Giochi Olimpici Invernali del 1944. La guerra scoppiò e distrusse l’Europa, i sogni olimpici italiani e con essa tante giovani speranze dello sport e non solo. L’edizione del 1944 venne cancellata e al posto dei giochi si sparava e l’Italia era divisa in due. Finì la guerra e nel 1948 i giochi olimpici invernali si disputarono nella svizzera Saint Moritz senza processo di candidatura. Il sogno di Cortina, però, non si interruppe con la seconda guerra e con il finire degli anni ’40 la località del Cadore ci riprovava e si ricandidava insieme all’americana Lake Placid, stato di New York, e a Oslo. Nel 1947, al congresso del CIO , la scelta questa volta cadde però sulla città norvegese che si era candidata già tre volte. I cortinesi e l’Italia non demorsero e alla candidatura per le VII Olimpiadi Invernali ci si riprovò. La sfida era fra Montreal e le due statunitensi Colorado Springs e Lake Placid. Quest’ultima si candidava per la terza volta di fila, anche se aveva già ospitato i giochi nella III edizione del 1932. Fino al 1938 il CIO dava priorità alla nazione che ospitava i giochi estivi per candidarsi anche ad ospitare i giochi invernali. Finalmente il 28 aprile 1948, a Roma, al congresso del CIO, la scelta ricadde per la seconda volta nella storia delle olimpiadi su Cortina. E questa volta nel 1956, l’Italia non mancò all’appuntamento. Era la prima volta che si disputavano i giochi olimpici in Italia, ancora prima dei giochi estivi di Roma (1960). Queste olimpiadi cortinesi assegnarono alla storia definitivamente il prestigio della località veneta. I giochi si disputarono dal 26 gennaio al 5 febbraio, con 32 nazioni partecipanti. Si era in piena guerra fredda e l’URSS dimostrò la sua dedizione sovietica allo sport, dominando nel medagliere. Queste olimpiadi passeranno alla storia per essere state trasmesse in televisione, mezzo che stava diventando via via un sistema di comunicazione di massa. Dopo le olimpiadi estive del 1960 disputate a Roma, l’Italia per circa 20 anni non presentò più alcuna candidatura. Fu all’inizio degli anni’80 che Cortina d’Ampezzo si candidò nuovamente all’edizione XV dove in lizza c’erano la canadese Calgary e la svedese Falun, tempio dello sci nordico. La Svezia , nella sua storia, con ben 5 candidatura invernali non ha mai disputato i giochi olimpici invernali. Il 30 settembre del 1981, in Germania Ovest, al congresso CIO, la scelta cadde su Calgary e per la prima volta si disputarono le olimpiadi in terra canadese. Cortina ci riprova ancora e si presenta candidata alle olimpiadi del 1992, le ultime che avrebbero visto disputarsi le olimpiadi invernali e estive nello stesso anno. La gara per quella candidatura si presentò per la prima volta con ben 7 candidature, tutte molto forti : Albertville, in Savoia francese, Anchorage in Alaska (USA), nuovamente la svedese Falun, la piccola località norvegese di Lillehammer, la capitale della Bulgaria Sofia e Berchtesgarden, in Baviera. Quest’ultima era prima la candidatura di una località della Germania unita. Ci vollero ben 6 turni di votazione per scegliere la località, era il 16 ottobre 1987 a Losanna in Svizzera, e dopo una lunga ed estenuante votazione la francese Albertville batté Falun e Sofia in ultima votazione. Dopo le 4 candidature di di Cortina, anche dall’altro lato delle Alpi nasce il desiderio di candidarsi ad ospitare i giochi e agli inizi degli anni ’90 è la volta della candidatura di Aosta. La città valdostana ai piedi del Monte Bianco, candidava di fatto tutta la piccola regione alpina che grazie alle famose piste di discesa di Courmayeur e Cervinia, poteva anche contare sulle piste di sci nordico di Cogne, che già avevano ospitato una tappa di Coppa del Mondo nel 1987. Aosta si presentò però a valle di due edizioni in Europa, Albertville 1992 e Lillhammer 1994, sicuramente un momento non così propizio. Al congresso CIO di Birmingham nel 1991, le candidate erano Salt Lake City, USA, Jaca sui Pirenei per la Spagna, la svedese Ostersund e la giapponese Nagano. Anche a causa di un fronte interno in Valle d’Aosta contrario ai giochi, Aosta uscì alla seconda votazione, nonostante alla vigilia il risultato fosse molto incerto e ci fossero probabilità per tutte le candidate. In quel congresso le olimpiadi furono assegnate a Nagano. Un olimpiade nel ’98 che fu poi segnata dalla poca neve, non così avaro di neve fu quell’anno ad Aosta. Per le olimpiadi del 2002, questa volta è la località friulana di Tarvisio a presentarsi alla candidatura. Anche in questa edizione le città candidate sono molte. Insieme all’austriaca Graz, alla russa Sochi, che disputerà i giochi quest’anno, nuovamente Jaca e e la slovacca Poprad, ma tutte queste, insieme a Tarvisio non saranno ammesse alla votazione finale. La località friulana si accontenterà di organizzare le Universiadi nel 2003, mentre le olimpiadi del 2002 si disputarono a Salt Lake City, nello Utah, USA. Arriviamo alla fine degli anni ’90 e questa volta sono nuovamente le Alpi occidentali a provarci, non più Aosta, ma questa volta ci prova Torino. La città subalpina conta molto sulle celebri piste di sci del Sestriere, e ai mondiali di sci alpino del 1997 organizzati nella località, simbolo della famiglia Agnelli, a cavallo fra Val Susa e Val Chisone. Questa candidatura poteva anche contare sul supporto di una grande città industriale, comunque da sempre vicina agli sport invernali. Insieme a Torino si candidarono la polacca Zakopane, località invernale sui monti Tatra, la capitale finlandese Helsinki l’austriaca Klagenfurt in Carinzia, nuovamente di Poprad, nella parte slovacca dei monti Tatra e la temibile e favorita Sion, nota località del Vallese svizzero. Le votazioni si svolsero a Seoul il 19 giugno 1999 e con grande stupore di tutti le scelta del CIO cadde su Torino. Dunque nuovamente per la terza volta, dopo Roma e Cortina, in Italia si sarebbero disputate le olimpiadi. La XX edizione dei giochi di Torino 2006 è storia recente, giochi che hanno dato parecchio lustro alla città piemontese e che grazie agli investimenti fatti, la città simbolo di Fiat, si è scrollata di dosso l’etichetta di città industriale, portando la città ai vecchi lustri. Grazie a questi giochi, ha visto la luce la prima linea di metropolitana della città. In tutti coloro che hanno vissuto quelle olimpiadi c’è il ricordo di una grande festa, che regalò al mondo l’immagine di una città viva e che grazie ad una meravigliosa nevicata in pieno centro, anche l’immagine della città dove ovviamente si sono disputati solo gli sport indoor, era una bellissima cornice invernale. Un edizione quella torinese, che per ora, è stata sicuramente migliore di quella canadese di Vancouver 2010. A questo punto non resta che vedere cosa sarà in grado di fare la russa Sochi. Come abbiamo visto, in Italia la storia delle candidature olimpiche, parte da molto lontano, anche se agli occhi del mondo degli sport invernali l’Italia è stata sempre vista come località latina più mediterranea che invernale. Ben 8 le candidature per le olimpiadi invernali, con 3 volte i giochi assegnati (1 non disputata a causa della seconda guerra mondiale). Diciamo, rispetto ad altre nazioni, un bel “tasso” di successo. In futuro, oltre alla candidatura di Roma per l’olimpiadi estive del 2020, iniziano a circolare voci sia sulle Alpi Orientali, sia sulle Alpi Occidentali, di rilanciarsi nuovamente in un’avventura olimpica invernale. Sarà vero? Come andrà a finire? Intanto godiamoci lo spettacolo di Sochi.

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