La via crucis delle donne schiave
Una croce di legno come simbolo di una battaglia. Centinaia di donne sfilano nelle vie del centro della Capitale “per dire no alla tratta”, “alla mercificazione della donna, a qualsiasi forma di schiavitù”.
Una Via Crucis straordinaria “per le donne crocifisse”, partita da piazza Santi Apostoli e diretta a pochi metri da San Pietro, nella chiesa di Santa Maria in Traspontina.
“Qualche migliaio”, secondo gli organizzatori, le persone in processione. L’iniziativa, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con la diocesi di Roma, è stata incoraggiata anche da Papa Francesco. L’obiettivo è “manifestare solidarietà e preghiera alle giovanissime donne vittime di tratta, prostituzione coatta e violenze”.
“Marciamo con loro per non lasciarle più soffrire”, ha detto il responsabile della Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda.
“Dobbiamo incoraggiare il governo, la magistratura, le forze dell’ordine a fare qualcosa perché nessuno sia più schiavo – ha aggiunto il coordinatore dell’evento, don Aldo Bonaiuto – dobbiamo cambiare 9 milioni di uomini e far capire loro che il corpo di una donna non si può acquistare. No alla mercificazione della donna, no a qualsiasi forma di schiavitù”.
Nel 2013 sono state oltre 120 mila le vittime giunte in Italia; il 37% ancora minorenne. Sono per lo più nigeriane (36%) o rumene (22%) e oltre alla vita di strada subiscono violenze sessuali (56%), fisiche (32%) e psichiche (12%).
In processione ci sono anche diverse donne liberate dalla schiavitù. Al loro fianco, a dimostrare solidarietà, tra gli altri, anche il ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, il procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli, il Capo Dipartimento per gli Affari di Giustizia Simonetta Matone e il Capo Dipartimento delle Pari Opportunità Gilda Siniscalchi. Numerose anche le atlete, campionesse mondiali ed olimpiche.
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