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La Spezia, svelato il giallo della nave: era carica di uranio e plutonio

La Spezia, svelato il giallo della nave: era carica di uranio e plutonio

Dopo giorni di inquietante segreto, Obama e Renzi rivelano carico e rotta della Pacific Egret partita dal porto italiano e diretta negli Usa

La notte del 3 marzo salpava dal porto di La Spezia la Pacific Egret, una nave “segreta” che aveva suscitato l’attenzione di tutti gli abitanti per le imponenti misure di sicurezza utilizzate nelle operazioni di imbarco. Dopo venti giorni di silenzio e mistero, un annuncio ufficiale del presidente Usa Barack Obama e del premier Renzi svela rotta e carico della nave: partita alla volta degli Usa, trasportava 74 chili di uranio misto a plutonio, scorie radiottive che sarebbero bastate a fabbricare una bomba atomica.

La Spezia, svelato il giallo della nave: era carica di uranio e plutonio
Il viaggio – Stando a quanto riferito dalle autorità, la segretezza dell’operazione è stata mantenuta fino alla sua conclusione per motivi di sicurezza e garanzia dei protocolli. A organizzare il trasferimento del pericoloso carico di ossidi misti di plutonio e uranio a basso arricchimento, una società che cura la bonifica nucleare in Italia, la Sogin, con sede a Saluggia. Il viaggio delle scorie inizia però a gennaio, quando l’azienda progetta e realizza vicino a Roma un forno per trattare e stabilizzare le scorie provenienti dai reattori di Pickering in Ontario.

Conclusi i trattamenti il 18 febbraio, i materiali radioattivi vengono caricati all’interno di 38 contenitori realizzati negli Stati Uniti e sistemati in tre container. Super scortati dalle forze dell’ordine nella notte del 3 marzo e trasportati in gran segreto fino al porto di La Spezia, vengono imbarcati velocemente sulla Pacific Egret utilizzando delle gru. Salpata la mattina del 4 marzo, per alcuni tratti della rotta la nave rimane un fantasma invisibile a ogni radar fino all’approdo, anch’esso avvolto nel giallo.

Il caso – La vicenda della misteriosa nave fa parte di un programma di sicurezza che dal 2008 ha permesso lo smaltimento di chili di materiali nucleari nei siti americani. La “Global Threat Reduction Initiative” è un’iniziativa Usa finalizzata alla riduzione della minaccia globale che, varata nel 2004, ha l’obiettivo di aggirare il pericolo di “bombe sporche” potenzialmente utilizzabili per attacchi terroristici. Queste scorie conservate nei depositi italiani dal lontano referendum nucleare del 1987 e trasferite negli Stati Uniti, concludono l’ultima fase della bonifica di materiali radioattivi presenti sul territorio affidata alla società Sogin. Secondo i governi di Italia e Usa, questi 74 chili di uranio e plutonio ormai salpati a largo, sarebbero stati armi pericolose e micidiali nelle mani di possibili terroristi.

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