Studenti fuori corso: una pratica tutta Italiana
Il malcontento negli atenei italiani è forte, le tasse aumentano e i servizi calano ma a detta del Ministero pare che la causa siano i “fuori corso”. Essere fuori corso è una pratica solo Italiana, all’estero questo concetto non esiste: in alcuni atenei stranieri alla terza bocciatura dello stesso esame segue un’espulsione mentre in Italia si può ottenere una triennale in dieci anni, davvero imbarazzante non trovate?
In Italia le statistiche di settembre 2014 parlano di “uno studente su due fuori corso”, presupponendo che ci siano tra gli studenti genitori/lavoratori/persone con problemi di salute: come è possibile che solo in Italia esista questa pratica mentre all’estero se la cavano tranquillamente in tre anni?
Le statistiche parlando di una media del 50% con studenti fuori corso ma a spaventare è il dato singolo di alcune università che ottengono il primato con il 72% di studenti “fannulloni”. Ad alimentare ancora di più la polemica sono alcune sentenze di genitori che non sono più tenuti a mantenere figli trentenni ancora alla presa con una laurea; la Cassazione con la sentenza 27377/2013 ha decretato che “un figlio ultratrentenne residente in sede diversa dalla casa familiare senza aver ingiustificatamente conseguito alcun correlato titolo di studio” non ha più diritto di essere mantenuto dai genitori.
Non si tratta solo di una questione etica, raggiungere una laurea in dieci anni non è solo ridicolo, diventa anche un problema economico per le università che si vedranno decurtare i finanziamenti statali per un pessimo rendimento medio dei suoi studenti. Cari studenti, il futuro dell’Università pubblica è nelle vostre mani.
On Twitter @AngyLosi
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