Breve trattato sulle coincidenze di Domenico Dara
L’autore Domenico Dara è nato nel 1971 e, prima di dedicarsi agli studi e prendere la laurea all’università di Pisa, visse a Girifalco, che il libro usa come sfondo ed il quale è riuscito ad entrare in finale al Premio Italo Calvino 2013 ed è stato vincitore in differenti premi letterari come : il Premio Palmi 2014; Premio Viadana 2015; Premio Corrado Alvaro 2015, sezione Opera Prima; ecc..
La trama di “Breve trattato sulle coincidenze” pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti nel 2014 è composto da tanti episodi, che narrano storie di uomini e donne i quali vivono nel paese natio dell’autore. I vari episodi s’incentrano attorno alla figura di un personaggio, il postino, che vive incidentalmente la propria vita ed egli ha scelto la mera solitudine , la quale si fa attraversare da sentimenti, emozioni e pulsioni erotiche, che non riesce a esternare;l’ unico momento di pace è quando scrive. Fin dall’infanzia il ragazzo ha sempre fatto notare agli altri di avere una splendida calligrafia la quale si è adattata a ricopiare qualsiasi scrittura
La trama racconta il giorno il 7 aprile 1969 – giorno dello sbarco sulla luna e il postino si domanda su quale possa essere il futuro, dove “in un tempo vicino i postini avrebbero ricevuto il messaggio del la posta fin da lì sopra…” oltre essere preso questi pensieri, la cruda realtà lo reindirizzerà alle vicende del paese , al solito teatrino della politica, dove sarà presente l’immancabile affissione di manifesti della Democrazia cristiana.
“La serenità era finita: Girifalco che per il resto del tempo sembrava uno sporchicchiu in letargo, si risvegliava in occasione del terremoto e delle elezioni comunali, e fortuna che i terremoti non erano a cadenza quadrimestrale”.
Il postino in maniera meticolosa apre, legge, ricopia e archivia le lettere, prima di rimetterle al loro posto. È presentato all’inizio come figura così anonima, così incolore, da farci accettare questa sua mania, perché in lui non c’è malizia o un secondo fine, è un modo per eludere la solitudine nella quale si avviluppa la sua vita. E, quando prepara le lettere da leggere, lascia quelle d’amore per ultime. Vive di riflesso, attraverso le vite degli altri alle quali, tuttavia, in qualche modo partecipa da osservatore esterno e, talvolta, da presenza attiva che modifica il corso della vita. Così, la vita, piena di coincidenze, che il postino annota in maniera maniacale, è fatta anche di attività intenzionali dell’uomo; lui, infatti, ha in alcuni casi, necessità di intervenire direttamente per svelare un mistero, per sventare una minaccia all’armonia coniugale, per mandare a monte un losco affare ai danni dell’intera comunità girifalcese.
La figura del postino resta una figura anonima fino all’ultima parola del libro dove qui l’autore ci rivela il suo nome:il significato ed il significante corredano il finale. Il giusto equilibrio che il libro da al dialetto ed all’italiano fa notare come l’autore inserisce termini in vernacolo che ridanno una sensazione musicale piacevole per la narrazione
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