Bova nel mirino del fisco: sequestrati 1,5 milioni. Lui: “È un accanimento”
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha sequestrato ieri tre immobili, due a Roma e uno a Rieti, del valore complessivo di 1,5 milioni di euro riconducibili all’attore Raoul Bova, la cui posizione è all’esame della Procura in merito a una presunta evasione fiscale. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani.
L’attore avrebbe trasferito illegittimamente dei costi sul conto della società che gestisce i suoi diritti d’immagine, godendo quindi di un’aliquota agevolata. Tra il 2005 e il 2010, Bova avrebbe evaso 680mila euro. A quanto si è appreso la Finanza ha dato esecuzione a un provvedimento che la Procura ha ottenuto dalla Cassazione dopo aver chiesto invano analoga misura sia al Gip che al Tribunale del Riesame.
“Ho preso atto, a seguito delle contestazioni della Agenzia delle Entrate del fatto che i miei amministratori hanno compiuto un errore di cui ora pago le conseguenze io. Ho quindi con l’ausilio dei miei consulenti deciso di definire immediatamente un accordo con l’agenzia delle Entrate in base al quale sto da tempo pagando quanto è poi risultato da me dovuto a seguito delle verifiche ed intese con l’Agenzia delle Entrate”.
“Proprio per questo – ha rimarcato – sono profondamente ferito dall’accanimento che si sta operando su di me con un sequestro che non ha alcuna ragione di esistere, sia perché sto pagando il debito fiscale, di gran lunga inferiore al valore del sequestro, sia perché, tengo a precisare, non ho commesso alcun reato, come detto e scritto, prima di questo provvedimento, da altri giudici penali. Mi hanno spiegato che il procedimento penale aperto nei miei confronti per una ritenuta elusione fiscale, nasce da un ritenuto abuso di un mio diritto e ci tengo a chiarire pertanto che non si tratta di una evasione fiscale, come riportato dagli organi di stampa e tantomeno riguarda questioni inerenti l’Iva”.
“Sono profondamente addolorato per quanto accaduto con il fisco italiano a maggior ragione perché sono sempre stato e resto impegnato, nella mia vita e nel mio lavoro di interprete e di produttore, nei valori sociali e nel rispetto dello Stato che ho sempre manifestato”, ha tenuto a sottolineare l’attore. “Mi spiace dunque per questo accanimento dei giudici – ha ribadito Raul Bova – che hanno ritenuto di concedere questo sequestro, come se fossi un delinquente pronto a far sparire i miei averi, come se non stessi pagando al fisco quanto dovuto”.
Bova ringrazia infine la Guardia di Finanza “che per due anni ha operato con la massima professionalità e riservatezza, vanificata oggi che la Procura ha ottenuto il sequestro e spero che la faccenda si chiuda al più presto per riprendere serenamente il mio lavoro che è sostanzialmente di set, e non di libri contabili, fatture e tribunali”.
Commento all'articolo