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Roma – Tensione al corteo per la casa. Scontri, lacrimogeni e feriti

Roma – Tensione al corteo per la casa. Scontri, lacrimogeni e feriti

Nuova giornata di proteste per il diritto alla casa e nuove ore di tensione a Roma, dove l'”assedio” promesso dai movimenti, in concomitanza con la Conferenza unificata straordinaria convocata con l’obiettivo di definire un decreto sulle politiche abitative, e’ degenerato in incidenti nelle vie del centro storico: alla fine si contano 16 feriti lievi (compresi quattro carabinieri e due donne costrette a ricorrere alle cure dell’ospedale) e otto manifestanti identificati e subito rilasciati, ma gli uomini della Digos della capitale sono gia’ al lavoro per analizzare le immagini della manifestazione: l’obiettivo e’ quello di “identificare ed attribuire eventuali responsabilita’ ai componenti del gruppo di facinorosi che in via del Tritone ha tentato di ‘sfondare’ il cordone delle forze dell’ordine”.
Guarda il video dell’assalto al blindato
Tutto e’ cominciato poco dopo mezzogiorno quando dal corteo in transito all’altezza di piazza Colonna, a pochi metri da palazzo Chigi, sono partiti uova, bottigliette e bulloni.
  Imboccato il Tritone, con l’obiettivo di “assediare” via della Stamperia, sede del ministero degli Affari regionali, i manifestanti hanno trovato polizia e carabinieri a sbarrargli la strada: cinque ragazzi, a volto coperto, hanno assaltano e scalato un blindato per ricominciare, dal tetto, il lancio di oggetti. Quando gli agenti hanno risposto con i lacrimogeni (ma senza cariche) all’esplosione di alcuni petardi e di una bomba carta, e’ stato il fuggi fuggi tra la frangia di manifestanti piu’ pacifica, composta da intere famiglie di immigrati, e tra i turisti di Fontana di Trevi.
Dopo nuovi momenti di tensione in via de’ Crociferi, e la chiusura d Galleria Colonna, il corteo e’ tornato su via del Corso prima di puntare di nuovo, pacificamente, su Montecitorio. “Restiamo fino a che finisce la Conferenza ma il 9 e il 10 novembre ci ritroveremo qui a Roma. Siamo pieni di rabbia. L’assedio e’ solo cominciato”, ha detto Paolo Di Vetta dei Blocchi precari metropolitani. Dal prossimo 1 gennaio – ha annunciato il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi – partiranno due fondi operativi per l’emergenza abitativa, grazie ai quali verranno stanziati 100 milioni come sostegno agli affitti delle famiglie meno abbienti e 50 milioni per le cosiddette “morosita’ incolpevoli”. Per Lupi pero’ tali risorse andranno implementate “in modo significativo”. Durante l’incontro presieduto dal ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio, sono state avanzate anche delle proposte che saranno oggetto di un tavolo tecnico che partira’ la prossima settimana. Tra l’altro si pensa, ha spiegato Lupi, ad un fondo di garanzia per i proprietari (privati o pubblici) di immobili che mettano a disposizione in affitti di regime concordato le case sfitte.
  “Il fondo per le morosita’ incolpevoli e piu’ flessibilita’ per gli sfratti permetteranno prime risposte concrete sull’emergenza casa”, ha ribadito Delrio dal suo profilo twitter. Ma tutto questo non e’ bastato a placare le polemiche politiche. “Le violenze vanno sempre condannate e attaccare le forze dell’ordine, donne e uomini che guadagnano 1.200 euro al mese per difendere un sistema corrotto e colluso, e’ sbagliatissimo ma la rivolta (civile e nonviolenta) deve sollevarsi altrimenti l’Italia muore”, ha postato su facebook il deputato 5 stelle, Alessandro Di Battista. “Chiunque ha responsabilita’ di rappresentanza o di coordinamento dei movimenti per la casa operi per allontanare da se’ ogni forma di degenerazione violenta dei cortei e di attacco alle istituzioni”, ha sottolineato Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza e Difesa del Pd. Mentre per Nichi Vendola, presidente di Sel, “quella della casa e’ sempre piu’ una drammatica emergenza sociale. Servono misure urgenti, piu’ risorse dal governo, una risposta immediata per non lasciare soli gli enti locali, e una moratoria degli sfratti”.

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