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Vaccini e autismo. Un nuovo studio conferma che non c’è collegamento, anche per i bambini ‘ad alto rischio’. 

Vaccini e autismo. Un nuovo studio conferma che non c’è collegamento, anche per i bambini ‘ad alto rischio’. 

Non c’è correlazione tra la vaccinazione morbillo-orecchioni-rosolia (MMR) e il rischio di autismo: la vaccinazione non aumenta tale rischio, anche nel caso di bambini con fratelli maggiori affetti da un disturbo dello spettro autistico. Ad affermarlo è un nuovo studio scientifico, condotto su più di 95mila bambini. Lo studio è pubblicato* su Jama

22 APR – Un nuovo studio scientifico, condotto su più di 95 mila bambini e i loro fratelli maggiori, sottolinea l’assenza di correlazione tra il vaccino contro il morbillo-orecchioni-rosolia (MMR) e il rischio di un disturbo dello spettro autistico (DSA): la vaccinazione non aumenta tale rischio, e ciò vale anche nel caso di bambini ‘ad alto rischio’, cioè con fratelli maggiori affetti da autismo. Il I risultati sono stati riportati in una pubblicazione* sulla rivista JAMA – Journal of the American Medical Association. La ricerca è stata condotta da Anjali Jain, M.D., del Lewin Group, Falls Church, Virginia., insieme ai colleghi.

Nonostante la correlazione vaccini e autismo sia già stata smentita dalla ricerca scientifica negli ultimi 15 anni, spiegano gli autori, talvolta genitori o altri componenti della società continuano ad effettuare questa associazione: indagini svolte all’interno di famiglie con bambini con autismo svelano che molte persone ritengono vi sia un legame tra il vaccino e la malattia dei figli.
Questo pensiero, unito alla nozione che i fratelli minori dei bambini affetti da un disturbo dello spettro di autistico presentano un rischio più elevato di sviluppare la patologia, potrebbe spingere i genitori a far evitare la vaccinazione ai figli più piccoli, secondo quanto riferisce lo studio.

I ricercatori hanno preso in considerazione un campione di 95.727 bambini, esaminati dalla nascita fino al quinto anno di età durante un periodo compreso dal 2001 al 2012 e i loro fratelli maggiori per almeno sei mesi tra il 1997 e il 2012.
Di questi oltre 95mila bambini, 1.929 avevano un fratello maggiore con DSA, mentre 994 hanno ricevuto una diagnosi di un disturbo dello spettro autistico durante il follow-up. Tra i bambini con fratelli maggiori affetti da un disturbo DSA (1.929), ci sono stati circa 134 casi diagnosticati di autismo (il 6,9%); mentre tra quelli che non hanno fratelli con la patologia (circa 93mila) ci sono stati 860 casi (in percentuale si tratta dello 0,9% sul totale).
La vaccinazione oggetto di studio (morbillo-orecchioni-rosolia), in una dose o più, nei bambini con fratelli maggiori senza DSA ha raggiunto tassi di somministrazione pari all’84% all’età di due anni e del 92% all’età di cinque anni; nel caso dei bamibini con fratelli maggiori affetti da questa patologia, il tasso di vaccinazione è risultato inferiore, (73% a due anni e 86% a cinque anni). Dall’analisi complessiva dei dati, risulta che la vaccinazione MMR non è associata con un aumento del rischio di un disturbo DSA a nessuna età.
“Coerentemente con studi svolti all’interno di altre popolazioni, non abbiamo osservato associazione tra la vaccinazione MMR e un aumento del rischio di disturbi DSA tra i bambini”, scrivono gli autori. “Non abbiamo riscontrato evidenze scientifiche che la ricezione di una o due dosi dei MMR sia associata con un aumento del rischio di DSA tra bambini con fratelli maggiori affetti da uno di questi disturb.
Un campione significativo all’interno dell’indagine risulta oggi essere quello dei piccoli che non hanno ricevuto la vaccinazione durante le nostre osservazioni e nei precedenti rapporti, questo elemento è importante anche alla luce del fatto che “la prevalenza delle diagnosi di autismo è in aumento, come dunque anche il numero di bambini con fratelli più grandi con disturbi dello spettro autistico”, concludono gli autori.

L’editoriale** di Bryan H. King
In un editoriale di accompagnamento, Bryan H. King, M.D., M.B.A., dell ‘Università di Washington e l’ospedale dei bambini di Seattle, Seattle, ha commentato i risultati dello studio. Ecco parte del suo commento .
“L’unica conclusione che può essere tratta da questo riguarda il fatto che non c’è nessuna indicazione di una relazione tra la vaccinazione Mpr e lo sviluppo di autismo nei bambini, che abbiano o non abbiano fratelli maggiori affetti da questo disturbo”
L’esperto prosegue così: “Qualche dozzina di studi hanno mostrato che l’età di insorgenza di un DSA non differisce tra I bambini vaccinati e quelli non vaccinati, e lo stesso vale per la severità o lo sviluppo della malattia e il rischio di Dsa ripetuto all’interno di una famiglia”.

Il dibattito
Insomma, il risultato conferma evidenze scientifiche precedenti. Il dibattito sul tema ‘rapporto vaccini-autismo’ è acceso da diverso tempo, non solo a livello scientifico, ma anche a livello politico e mediatico. L’Istituto Superiore di Sanità ha ripetutamente sottolineato che non c’è nessuna evidenza in grado di stabilire un nesso di causalità tra la vaccinazione e i disturbi dello spettro autistico. Inoltre, una recente sentenza della Corte d’Appello di Bologna stabilisce che non c’è “nessun nesso causale”, ribaltando la sentenza del giudice del lavoro di Rimini, che nel 2012 aveva stabilito un nesso tra la vaccinazione trivalente Mpr (morbillo-parotite-rosolia) e l’insorgenza di autismo in un bambino vaccinato nel 2002.

Autismo: cos’è
Ben un bambino su 68 nasce con una patologia che rientra nei disturbi dello spettro autistico, secondo le stime più recenti.
Tali disturbi, di origine biologica e accomunati da una organizzazione atipica di alcune aree del cervello, comportano difficoltà nell’interazione sociale, nella comunicazione verbale e non verbale e nella presenza di comportamenti ripetitivi spesso attuati in maniera rigida.
Così, la patologia può compromettere le capacità di relazionarsi e comunicare con gli altrie nella metà dei casi è presente un ritardo cognitivo.
Tra i fattori attualmente noti associati al rischio di autismo, alcuni sono di natura genetica e altri di natura ambientale.
Secondo una recente ricerca europea, in un caso su tre è possibile individuare l’origine del disturbo, un risultato importante per comprendere i meccanismi alla base della malattia. Gli esperti rimarcano come la diagnosi e l’intervento precoce siano due strumenti fondamentali. In tal senso, secondo gli esperti, in futuro si andrà sempre più verso la possibilità di utilizzare strategie di trattamento personalizzate, dati anche gli avanzamenti nella ricerca e nella diagnostica.

*Anjali Jain, Jaclyn Marshall, Ami Buikema, Tim Bancroft, Jonathan P. Kelly, Craig J. Newschaffer. Autism Occurrence by MMR Vaccine Status Among US Children With Older Siblings With and Without Autism. JAMA, 2015 DOI: 10.1001/jama.2015.3077

**Bryan H. King. Promising Forecast for Autism Spectrum Disorders. JAMA, 2015 DOI: 10.1001/jama.2015.2628

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